LE NOSTRE STORIE

 

Sono trascorsi quattro anni prima che mi fosse diagnosticato il CUSHING o meglio il “coso” come lo chiamo io. Quando ho scoperto cos’era l’origine di tutti i miei mali e i miei dolori mi sono sentita presa in giro perché mai avrei immaginato che un affaretto piccolo piccolo potesse causare tanti fastidi. Passato lo sgomento iniziale ho capito che lo dovevo conoscere ed affrontare con la stessa forza d’animo e volontà con cui avevo girato tanto prima tra medici di ogni tipo e di ogni città. A pensarci bene il “coso” non è stato così crudele perché qualche avvertimento della sua presenza me lo aveva dato … Tutto è iniziato il 13.12.2001 a seguito di una banalissima caduta sulla neve nelle vicinanze dell’ufficio in cui lavoro: frattura al capitello radiale del braccio sinistro. Per via del mio lavoro leggo molte perizie mediche eppure ho scoperto solo in quel momento che dove si trova il capitello: è nel gomito. Comporta solo 20 giorni di gesso ma quel gesso per me era pesantissimo: dolori alla schiena, al collo e alle spalle. La frattura però si era verificata in un periodo non molto propizio perché a luglio del 2002 mi sarei sposata e la paura di restare bloccata con il braccio, di essere operata e di non poter portare a termine le ventimila cose che ci sono da fare quando si sta finendo una casa e si organizza un matrimonio mi preoccupava molto. Io che sono una persona molto creativa, dall’energia inesauribile, che sfruttava il tempo in cui non dormivo di notte per lavorare all’uncinetto o lavorare con le perline, vedermi bloccata mi rendeva elettrica.

Poco dopo sono comparsi dei brufoli sul volto ed un arrossamento della pelle che il dermatologo aveva definito strano “acne giovanile” ingiustificato, di qui la necessità di una cura ginecologica e di concerto con la mia dottoressa mi aveva prescritto la pillola DIANE a scopo terapeutico. All’epoca mi era stato detto che avevo un eccesso di ormoni maschili … Ho utilizzato la pillola solo per due mesi perché poco dopo mi sono iniziate le palpitazioni, mi si è innalzata la pressione ed ho cominciato ad avere tanti altri sintomi per me strani che con la sospensione della pillola  si sono attenuati. O meglio li sentivo molto meno rispetto ad altri dolori che mi erano nel frattempo comparsi come quelli alla schiena, alle ginocchia, formicolio agli alluci, mal di testa, indebolimento della vista, traumi ed ematomi voluminosi ed ingiusticati che si presentavano sulle braccia e sulle gambe. I parenti mi dicevano che la colpa era mia, che mi dovevo fermare, che volevo fare troppe cose, che mi dovevo riposare … effettivamente andavo a letto a mezzanotte mi alzavo alle sei di mattina ma nel frattempo dormivo solo fino alle quattro. C’era chi mi diceva che dovevo prendere dei tranquillanti per dormire. Eppure io non ero mai stanca, avevo mille idee e ne realizzavo duemila ma quello che mi stupiva era che con tutta questa energia e mangiando pochissimo ingrassavo in continuazione: quasi quindici chili in più nonostante diete, nuoto e lavori di casa … anche l’acqua mi faceva ingrassare. Mi sembrava impossibile che non esistesse nessuno in grado di mettere insieme tutti i miei sintomi ed inconcepibile che io potessi “averle sempre tutte”. Avevo la colite, eczemi, algie alla mandibola, sensazione di parestesia alla faccia, scrosci nelle orecchie. L’otorino diceva che il mio udito funzionava benissimo. Nel frattempo la mia faccia rotondeggiava sempre più, i capelli che avevo sempre avuto corposi e lucenti erano diventati spenti e sottili, le unghie si spezzavano ed i tagli con perdite di sangue erano all’ordine del giorno. Tentavo di curarmi con le erbe e con l’aloe che è un cortisonico naturale e quella persona che me lo vendeva mi chiedeva se facevo uso di cortisone perché lo vedeva dai miei occhi. Ma così non era. La pressione era stabilmente elevata: ogni volta che andavo a provarla in farmacia mi suggerivano un controllo medico, quando la facevo misurare al mio medico questi la trovava nella norma. Per conto mio continuavo a girare tra medici che mi avevano riscontrato vene varicose, artrosi alle ginocchia, tre ernie lombosacrali, lombosciatalgia. Mi ero fatta manipolare più volte senza risultato. Il reumatologo al quale mi ero rivolta aveva diagnosticato una spondiloartrite ma forse aveva intuito che l’origine dei miei mali andava cercata altrove e mi aveva suggerito di rivolgermi ad un endocrinologo. Io però non lo avevo ascoltato alla ricerca com’ero di quel qualcosa che non sapevo, forse proprio perché non sapevo chi è un endocrinologo o forse perché mi era stato detto che mi stavo arrampicando sugli specchi e che le avevo provate tutte … mi sentivo un’ammalata immaginaria, una che cercava a tutti i costi il male. Poi è avvenuto quello che forse è l’epilogo di tutto: ho cominciato ad avere dei ritardi nel ciclo fino al salto completo nel gennaio 2005. Giustificavo la cosa perché stavo vivendo un periodo pesante al lavoro ma l’assenza completa per tre mesi mi ha fatto decidere di rivolgermi alla mia nuova ginecologa la quale dopo alcuni tentativi per stimolare il ciclo andati a vuoto mi ha fatto fare la risonanza magnetica. Alla dottoressa avevo consegnato un foglio in cui avevo fatto un elenco di tutto quello che sentivo e non so perché proprio a lei, in fin dei conti (nella mia ignoranza) era una ginecologa con delle competenze ben specifiche e quello che avevo scritto non la riguardava. Eppure lei era così gentile e disponibile e mi ascoltava! Forse per questo nel mio subconscio l’avevo scelta. Mi prescrisse una risonanza magnetica con il metodo di contrasto che evidenziò il microadenoma ipofisario: ecco che cos’era il COSO. Da un accesso in INTERNET capii cos’era e all’incontro con la ginecologa alla quale dovevo far leggere la risposta della RSM riportai lo stesso foglio della volta precedente integrato sotto con la dicitura “MORBO DI CUSHING”. La ginecologa mi indicò una endocrinologa sua amica. Mi recai da lei con lo spirito di chi le ha già provate tutte e le portai il solito foglio: lei lo lesse ma non  mi parlò subito del morbo. Mi disse solo:” Lei non è nè esaurita né un’ammalata immaginaria”. Credo di essere guarita in quel momento. Erano le parole che da tanto volevo sentirmi dire e qualcuno finalmente me le aveva dette senza che glielo chiedessi. Allora non ero matta! La dottoressa mi parlò del morbo, della necessità di ulteriori accertamenti che ho poi svolto presso la Clinica Universitaria di PADOVA dove hanno confermato la diagnosi del MORBO di CUSHING (adenoma ACTH secernente), diabete mellito, osteopenia femorale, ipertensione arteriosa, gozzo multinodulare eutiroideo. Visto questo responso anche il reumatologo cambiò diagnosi: avevo la fibromialgia.

 

A febbraio di quest’anno sono stata operata: non ho ancora fatto la risonanza magnetica di controllo ma il neurochirurgo dice che l’operazione è andata bene e tutto è stato asportato. Credo anch’io che sia così visto lo stato di affaticamento e di spossatezza in cui mi trovo adesso. Mi dicono che devo avere pazienza come ne ho avuta tanta prima. Effettivamente ogni giorno è diverso dall’altro ed il corpo vive cose che non credevo possibili: diabete insipido, spellamento, forfora, sonno (e non sonnolenza), stanchezza, apatia, depressione che prima non avevo anche se è una delle caratteristiche del CUSHING, caldo, freddo e non so cos’altro. Sono comunque contenta. Se non è andata ci riproverò  e se dovrò affrontare terapie alternative le farò, grata comunque a tutte le persone che mi state vicine e continuano ad esserlo: la ginecologa, l’endocrinologa, il medico della clinica di Padova, mio marito che per fortuna non si è ancora pentito di essersi sposato un rottame che con la revisione però tornerà come nuovo, i miei genitori con mio fratello ed in modo particolare mia cognata che con la sua apprensione mi ha sempre spinto ad andare avanti e a non sottovalutare i miei sintomi.